Due occhi puntati sul portone di ingresso, uno per il riconoscimento facciale, l’altro per rilevare le radiazioni termiche emesse dal corpo umano. Insieme trasmettono i dati a un software che in meno di un secondo elabora i dati e avverte nel caso qualcuno abbia la febbre.

Non siamo in un aeroporto ma al liceo scientifico Quadri dove prima delle vacanze di Natale è stato installato un termoscanner di ultima generazione in grado di misurare la temperatura corporea a 16 persone contemporaneamente che non devono nemmeno rallentare il passo quando varcano il portone, ma camminare normalmente. A vigilare sul loro stato di salute c’è un sistema sofisticato che permette alla scuola di “risparmiare” sul personale addetto al triage e a tutte e procedure sanitarie che ormai fanno parte del quotidiano.

«Telecamere e software lavorano in sinergia e sono collegati ad un dispositivo digitale, nel nostro caso un computer che abbiamo sistemato nel corridoio centrale – spiega il dirigente Paolo Jacolino – davanti al terminale siede un collaboratore o un tecnico, in ogni caso una sola persona addetta al controllo del monitor. Quando gli studenti entrano dalla porta a vetri sullo schermo del pc compaiono i loro volti sovrapposti da un quadrato luminoso che cambia colore a seconda della temperatura corporea, verde se va tutto bene, rosso se c’è febbre. Il sistema è in grado di “leggere” 16 persone alla volta e di conseguenza velocizzare l’accesso a scuola, che prima richiedeva almeno nove collaboratori in tre zone diverse». Acquistato per più di 8 mila euro dal comitato genitori del Quadri che ha voluto donarlo alla scuola, il termoscanner Sunell identificato con la sigla SN-T5G Panther e composto da un cervellone chiamato “Black body” ha un margine di errore di 0,3 gradi centigradi e un raggio di azione fino a 8 metri.

Progettato dalla società Prosyt del Gruppo Battistolli e montato i primi di dicembre, finora è stato collaudato solo per il personale interno del liceo, vale a dire insegnanti, bidelli, amministrativi, dal momento chegli studenti da inizio novembre seguono le lezioni da casa. «Siamo sicuri che, quando riapriremo, il dispositivo semplificherà non poco tutte quelle operazioni di triage che prima richiedevano tempo e presenza di operatori», spiega il dirigente che ricorda il protocollo per i casi sospetti. «Gli studenti vengono accompagnati in una stanza isolata, si procede con almeno altre due misurazioni della temperatura con il termometro a pistola e si avverte la famiglia», precisa Jacolino, che in merito alla ripresa delle lezioni aggiunge: «È una situazione difficile – conclude – tra l’altro in questo momento come scuola siamo completamente all’oscuro dei dati dei contagi, perché essendo i ragazzi a casa in Dad i casi di positività vengono segnalati direttamente al Sisp»

 

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